Cosa è il rugby?

27/04/2017 – Chiedere alla Cadetta un resoconto della vittoria nella semifinale di andata di serie C2 e ritrovarsi con… questo!

 

Irlanda.

Dublino. Non ricordo l’anno ma sono sicuro fosse Novembre.

Avevo circa vent’anni. Il cielo era coperto da mille tonalità di grigio e stava consumando le nuvole in una pioggia vaporosa. Stavo camminando, quando arrivato all’incrocio tra Charlotte Way con Camdem Street Upper: The Bleeding Horse.

Questo è il nome del pub che mi si presentò difronte. Da una delle vetrine che danno sulla strada vidi che sullo schermo a sinistra del bancone proiettavano una partita di rugby. Decisi di entrare.  Era il classico pub irlandese, tutto in legno, con un enorme bancone circondato da decine di sgabelli, i tavolini erano disposti vicino alle vetrine che davano sulla strada, a tratti qualche quadro copriva le pareti nude che mostravano con orgoglio i mattoni utilizzati per costruire quell’edificio, contai almeno una decina di spillatori di birra e 50 bottiglie di whisky, vicino all’ingresso vi era un camino acceso.

 

Ero bagnato ed appena entrai fui avvolto da un accappatoio d’aria calda, fu come coprirsi con un asciugamano dopo un bagno in mare d’inverno. Mi andai a sedere al bancone vicino allo schermo. Ordinai una birra. Non ricordo che ore fossero, ma poco importa perché in Irlanda non è mai troppo presto o troppo tardi per bere una birra.

 

Iniziai a bere e a guardare la partita. Ad un certo punto, fui così assorto da quell’atmosfera che ebbi la sensazione che il pub fosse vuoto. Solo quando un gruppo di ragazzi, con un urlo improvviso, ruppe la monotonia delle chiacchierio di sottofondo che per me ormai si era trasformato in silenzio, tale sensazione termino e mi resi conto che ad un paio di sgabelli di distanza da me, sedeva un uomo.

Mi rivolse la parola chiedendomi se sapessi come si chiamava lo sport che stavamo guardando sullo schermo.

Gli risposi: “Si, Rugby”

Dopo qualche istante di silenzio mi fece un’altra domanda: “Sai cosa è il Rugby?”

 

Non capii l’intenzione della domanda, non capii se era una provocazione o se semplicemente era una scusa per iniziare una conversazione. Qualunque fosse l’intenzione, non ero interessato.

Prima di rispondere però lo guardai. Non lo avevo ancora fatto veramente, sino ad allora mi ero limitato a constatare che vi era una presenza.

 

Aveva un volto pieno di rughe, probabilmente una per ogni anno vissuto, glie ne contai almeno settanta. Aveva una folta chioma bianca e barba incolta. La pelle era cosi cotta dal sole che sembrava fatta di cuoio. Afferrava con la mano sinistra la birra appoggiata al bancone. Tutte le dita della mano erano storte. Aveva sopracciglia folte e occhi grigio cenere che sprigionavano una forte luce vitale, era come se gli occhi di un ventenne abitassero il volto di un vecchio.

 

Esitai ancora qualche istante e poi incuriosito dalla domanda decisi di scoprire cosa avesse da dire e gli risposi: “No, spiegami”.

 

Il vecchio: “Il rugby è uno sport antico, praticato in molti paesi e in molti hanno la sensazione di sapere cosa sia. In realtà, però, solo in pochi hanno compreso lo spirito originale di questo sport.

Chi ha compreso sa …

Che nel rugby non si dovrebbe parlare di avversari, tantomeno di nemici. Espressioni del tipo giocare CONTRO una squadra non dovrebbero essere presenti nel linguaggio in uso in questo sport. Si dovrebbe parlare piuttosto di compagni di squadra che vestono un’altra maglia. Il giorno della partita si dovrebbe dire che si gioca con un’altra squadra mai contro un’altra squadra.
Chi ha compreso sa…

Che colui che ci è difronte non è un nemico, non è un avversario ma è un amico, è un alleato.

Lui è lì per darci un riferimento concreto per superare i nostri limiti,

Lui è lì per permetterci di dare prova del nostro coraggio,

Lui è lì per permetterci di liberare la nostra forza,

Lui è lì per permetterci di ESPRIMERE IL NOSTRO POTENZIALE.
Chi ha compreso sa…

Che il “terzo tempo” è il prodotto di questa visione. Nel terzo tempo i compagni di squadra, senza riguardo alla maglia indossata, si riuniscono e condividono assieme l’essenza di questo sport: il raggiungimento del proprio potenziale. “Il terzo tempo” è condivisione con chi, chiunque egli sia, ti ha aiutato a tirare fuori il miglior te stesso.

Chi ha compreso sa…
Che l’essenza di questo sport ci obbliga moralmente ad esprimere il nostro potenziale, sia in partita sia in allenamento. Tale obbligo esiste nei confronti di se stessi ma soprattutto nei confronti dei propri compagni di squadra. Ricorda bene che con compagni di squadra mi riferisco a chiunque giochi a Rugby. Se mi sottraessi a tale obbligo priverei coloro che stanno giocando con me della possibilità di esprimere a pieno il proprio potenziale perché verrebbe a mancare il riferimento concreto di cui tutti abbiamo bisogno per esprimere il meglio di noi stessi. Quando in partita placco duro o entro duro, sto esplorando i miei limiti e sto permettendo a chi mi si oppone di fare altrettanto. Stiamo cooperando assieme per esprimere il nostro potenziale. Per questo, nel rugby non si dovrebbe parlare mai di competizione ma solo di cooperazione, chi interpreta correttamente questo sport sa che vi è un’alleanza tesa al superamento dei propri limiti.

Chi ha compreso sa…
che non c’è spazio per l’invidia e che quindi

Colui che è più coraggioso non va invidiato ma preso come riferimento perché ci sta mostrando che più coraggio è possibile

Colui che è più veloce non va invidiato ma preso come riferimento perché ci sta mostrando che più velocità è possibile

Colui che gioca meglio non va invidiato ma va preso come riferimento perché ci sta mostrando che un miglioramento è possibile

Chi ha compreso sa …
che dolore, paura, rabbia che sono sentimenti negativi che appartengono alla natura umana, possono distogliere dalla visione corretta di questo sport. Quando ciò accade, vi sono tre parole che ci possono consentire di ritrovare la visione autentica…

Se un giorno deciderai di giocare a questo sport falle tue…
AMA nel campo come nella vita non ci sono avversari ma solo compagni di squadra
Sii CORAGGIOSO: Usa ogni momento nel campo e nella vita per esprimere il tuo potenziale e non avere mai paura di farlo
DIVERTITI: una partita come la vita non dura per sempre, affrontala con un sorriso”.

 

Antonio Campanale (Cadetta)